Mercoledì 11 giugno, Roma. Montecitorio.
Per la prima volta nella storia della nostra Repubblica, le cripto monete entrano in Montecitorio per una giornata di studio ottimamente organizzata da Coincapital su convocazione dell’On. Quintarelli.
Dopo un introduzione generale su cosa sia bitcoin e di cosa si tratti quando si parla di blockchain, analizzando i profili di rischio e le opportunità offerte dagli usi anche diversi dai sistemi di pagamento, si è aperta la tavola rotonda con i presenti.
La discussione è stata principalmente incentrata sulla possibile regolamentazione del settore, recependo la richiesta di chiarezza formulata dai rappresentanti del mondo delle imprese che operano (o intendono operare) nello specifico settore delle monete matematiche.
La risposta offerta dai rappresentanti delle istituzioni è stata quella di non ritenere necessario, per il momento, intervenire in alcun modo.
Il dott. Burlone (Coinlex.it), invitato dall’organizzazione a presenziare all’evento, ha chiesto la parola ed ha eccepito quanto segue:
“Avendo la Corte Suprema Amministrativa svedese portato all’attenzione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea la questione pregiudiziale sul trattamento IVA dei bitcoin, domandando se anche per i bitcoin valga l’esenzione prevista dall’art. 135 della Direttiva 112/2006/CE. Essendo che l’armonizzazione europea dell’imposta (IVA) impone che ogni stato membro della CEE debba recepire nel proprio ordinamento le pronunce della suprema corte ed attenervisi apportando le modifiche normative necessarie all’uopo. Non si può pensare di rimanere inermi di fronte ad un fenomeno tanto innovativo che coinvolge sempre più soggetti che chiedono chiarezza per poter operare senza l’assillo di norme di interpretazione autentica (ovvero valevoli ex tunc), capaci di mutare la loro posizione verso il fisco con effetti catastrofici. C’è un mondo che necessita che il problema venga affrontato, magari creando un’opportunità nuova per questo paese.”
La risposta pervenuta è stata quella di affidarsi allo Statuto del contribuente che garantisce l’operato in buona fede degli operatori privati.
Se non fossimo operatori del mondo tributario e dell’impresa, ci avremmo anche potuto credere.
Il rischio normativo, rimane elevato per chi opera con le cripto monete.