Da due Paesi del continente Asiatico (Giappone e Cina) ci giungono in queste settimane nuove notizie su come si vuole intendere giuridicamente il bitcoin.
Giappone
A seguito di una causa legale intentata da un cittadino di Kyoto (Giappone) che chiedeva il rimborso dei suoi bitcoin andati perduti per colpa della bancarotta dell’exchange Mt.Gox, la corte distrettuale di Tokio, per bocca del giudice Masumi Kurachi, ha stabilito che per la loro natura immateriale e per la loro dipendenza da terzi, i bitcoin non possono rientrare nella attuale normativa sulla proprietà.
http://www.japantimes.co.jp/news/2015/08/06/national/crime-legal/bitcoins-lost-in-mt-gox-debacle-not-subject-to-ownership-claims-tokyo-court-rules/#.VcshGSbtmkq
http://www.bbc.com/news/technology-33816664
Cina
Dopo una inchiesta parlamentare portata avanti dal deputato Leung Yiu-chung l’HKMA (Hong Kong Monetary Authority) ha ribadito le sue posizioni, non intende i bitcoin come una moneta, e come tale non rientra sotto la loro giurisdizione.
Su posizioni simili c’è anche un funzionario del Tesoro, il Professor KC Chan, che si è dichiarato contrario all’introduzione di una nuova normativa.
Egli tramite una risposta scritta descrive i bitcoin come “virtulal commodities”.
http://www.info.gov.hk/gia/general/201503/25/P201503250463.htm