Ultimamente il bitcoin sta tornando di moda sui giornali e sui siti di informazione.
Alcuni opinionisti, ahimè, non brillano per competenza o per etica professionale e hanno l’assoluta necessità di visibilità, talvolta con la tecnica del click-baiting piuttosto che attraverso un’analisi seria e competente.
Le bestialità che ho dovuto leggere in questo ultimo periodo non meritano alcuna risposta: bitcoin quale moneta dei criminali, bitcoin e cryptolocker, bitcoin non tracciabili e bitcoin e riciclaggio, etc.
Non rispondo perché ritengo coloro che hanno posto in essere tali affermazioni né analisti né opinionisti. Non per altro, tutti questi “studi” si basano su impressioni personali piuttosto che su fatti, evidenze o approfondimenti.
Non voglio dire che non sono possibili e che in astratto non possano esistere tali evidenze o comportamenti, ma la demonizzazione fatta a tutti i costi ed in maniera intellettualmente disonesta, mi disturba.
Disturba perché sono oltre tre anni che studio il fenomeno, con dati, riflessioni, approfondimenti e fatica e trovarsi di fronte analisi superficiali, lacunose solo perché l’articolista non ha compreso il fenomeno o lo stesso non rientra nelle sue categorie concettuali mi irrita.
Come possibile introdurre un discorso serio in Italia quando le uniche riflessioni fuori dalla comunità scientifica sono tese a sottolineare “presunti” rischi teorici intorno ai bitcoin, invocando paure e sventolando crimini “immaginari”?
Oramai anestetizzati dalle iperboli e dalle categorie concettuali in cui cercano di classificarci, diamo anche credito a questi affabulatori della parola e del web, quando l’unico comportamento sensato sarebbe quello di ignorarli.
La loro classica difesa è lo svolgimento di un lavoro per informare la famosa casalinga di Voghera, con ulteriore degrado del dibattito da un doppio punto di vista siccome ritengono la stessa non adatta a pensieri “corretti” e cercano di livellare tutti verso il basso.
Il bitcoin porta un’innovazione concettuale ed un nuovo paradigma che non può essere spiegato con un titolo ad effetto o con una conclusione affrettata e non permette una scarsa conoscenza o una sua comprensione in cinque minuti.
La maggior parte dei sedicenti esperti che discute di blockchain e di bitcoin non sa di cosa parla, ragiona per ‘sentito dire’ e talvolta quel ‘sentito dire‘ neanche lo ha compreso. Però ne parla. E talvolta il sedicente esperto da voce a persone che non troverebbero albergo neanche nel più strampalato forum a supporto delle idee che non ha compreso.
Invito pertanto tutti a ragionare con la propria testa e a distinguere i diffusori di menzogna da coloro che umilmente cercano, pur con i loro limiti e i loro difetti, di spiegare una realtà.
Stefano Capaccioli
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