Avv. Massimo Simbula
In Inghilterra, nel marzo 2018, è stata avviata una Taskforce composta dal Ministero delle Finanze (HM Treasury), dalla Financial Conduct Authority (FCA) e dalla Bank of England, per monitorare gli sviluppi nel settore dei criptoassets.
In effetti, la FCA ha aumentato i suoi sforzi in questo settore.
Nell’aprile 2017, ha avviato una raccolta di opinioni da parte degli stakeholder interessati, allo sviluppo futuro e sull’integrazione del mercato delle DLT (vedi il Discussion Paper on Distributed Ledger Technology di FCA dell’Aprile 2017) e ha pubblicato il suo feedback nel dicembre 2017sottolineando il suo approccio “tecnologico neutro” alla regolamentazione.
La partecipazione del Regno Unito all’iniziativa Sandbox Global Financial Innovation Network testimonia questo approccio.
Strettamente correlato allo sviluppo della DLT è l’ascesa di criptoassets come security token e utility token, spesso emessi attraverso le ormai note Initial Coin Offering.
In precedenza, nell’ottobre 2018, l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) ha prodotto una relazione sul come contenere i rischi delle ICO e delle valute virtuali per gli investitori.
Secondo l’ESMA, la questione fondamentale era se e come i criptoasset dovessero essere regolamentati.
Al fine di dare una risposta a questa discussa domanda, la relazione ha condotto un’analisi dei benefici e dei rischi di vari tipi di token, prima di determinare se questi possano rientrare nelle fattispecie di “valori mobiliari” e “materie prime” ai sensi della MiFID II.
Se i token si qualificano come strumenti finanziari ai fini della MiFID II, per estensione il mercato secondario che coinvolge tali token può essere considerato come un Multilateral Trading Facility o un Organized Trading Facility, portando così la piattaforma di trading all’interno del campo di applicazione della regolamentazione.
Si prevede che l’ESMA possa fornire maggiore chiarezza attraverso le linee guida di livello 3 sull’applicabilità di tali definizioni ai criptoasset e sulle implicazioni per le persone che forniscono consulenza sugli investimenti in tali token.
Tuttavia, l’ambizione della FCA di creare una regolamentazione “neutrale rispetto alla tecnologia” e che non si estenda a settori come la regolamentazione dei dati, in quanto il commercio di criptoassets, tipicamente su reti DLT / blockchain, solleva alcune preoccupazioni connesse alla applicabilità del regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) e ad altre disposizioni normative in ambito europeo.
Una di queste preoccupazioni riguarda l’omogeneità delle reti DLT / blockchain, il che significherebbe che tutti i membri di una piattaforma criptoasset sarebbero considerati “controllori” soggetti al GDPR indipendentemente dalla loro ubicazione. Un’altra preoccupazione riguarda il “diritto all’oblio” da parte degli interessati, che sarebbe in conflitto con l’immutabilità dei record che è una caratteristica fondamentale delle reti DLT / blockchain.
La relazione finale della task force
Nei suoi sforzi per mitigare i rischi per i consumatori, promuovere l’integrità del mercato e impedire l’uso di criptoassets per attività illecite, la Taskforce ha identificato i rischi principali portati dai criptoasset e che richiedono “un’azione forte” da adottare. La Taskforce ha iniziato distinguendo tra token di scambio, security e utility e gli usi comuni di ciascuno (Figura 1).
La Taskforce ha svolto un complesso lavoro per tentare di collocare i diversi token all’interno delle varie fattispecie normative già esistenti in Inghilterra, ma evidentemente tale lavoro risente della mutevole realtà. L’immissione sul mercato, ogni giorno, di nuove criptovalute, caratterizzate da funzionalità e casi d’uso sostanzialmente diverse l’una dall’altra (alla data di redazione del presente articolo sono 2071) non consente di classificare in maniera aprioristica solo due grandi categorie di token (security e exchange token) ma richiede una analisi da svolgersi caso per caso.
Ad ogni modo il rapporto elenca alcune delle conclusioni chiave della Task Force e gli elementi da fornire per attività relative alla DLT e ai criptoasset nel Regno Unito.
Alcune di queste conclusioni sono riassunte nella tabella seguente (Fig. 2) a testimonianza di come in UK si sia molto vicini ad una regolamentazione dei Cryptoasset.
Dalla tabella sopra esposta, parrebbe opportuno evidenziare come l’FCA possa essere potenzialmente interessata a vietare la vendita ai consumatori di strumenti finanziari il cui prezzo deriva dal valore dei criptoasset di riferimento (i cosiddetti CFD).
Il divieto potenziale della FCA potrebbe agevolmente estendersi ai CFD basati su token di scambio (come i bitcoin) mentre non si estenderebbe ai derivati.
Tale interpretazione andrà comunque certamente valutata all’esito del lavoro della Taskforce e delle successive decisioni legislative.
Pare opportuno ricordare che ad oggi, la FCA non ha approvato la quotazione di alcun prodotto negoziato in borsa con token di scambio (ad es. bitcoin) come attività sottostante ed è estremamente diffidente in tal senso anche se non intende negare a priori tale possibilità vista, da molti investitori, come una opportunità.
La Taskforce continuerà a monitorare gli sviluppi del mercato e a riesaminare regolarmente l’approccio del Regno Unito alla DLT e ai criptoasset, riunendosi ogni sei mesi.
Si prevede che verranno rilasciate ulteriori direzioni dalla Taskforce nel prossimo futuro.