La SEC ha comunicato la non approvazione dell’ETF su bitcoin, con ordine del 10 marzo 2017 (Release No. 34-80206; File No. SR-BatsBZX-2016-30) in cui sono presenti anche le motivazioni, che risultano interessanti.
Ad avviso della SEC, l’assenza di mercati regolamentati espone le quotazioni di bitcoin a rischi di manipolazione ed a comportamenti fraudolenti, che si ripercuoterebbero sulla valutazione dell’ETF.
L’aspetto sorprendente che tale critica è rivolta principalmente all’Exchanger Gemini, primo autorizzato sotto la BitLicense da parte del NYDFS (New York), con conseguenti evidenti dubbi dell’utilità di tale regolamentazione.
La proposta considerava bitcoin come commodity (conformemente al pensiero della CFTC) con emissioni di titoli per superare le difficoltà per l’investitore di detenere autonomamente bitcoin.
La SEC ha analizzato l’ETF proposto con gli stessi metodi usati per altri Exchange Traded Products, rilevando come il rischio di manipolazione dei prezzi (anche per assenza di sistema di sorveglianza in grado di individuare e denunciare comportamenti “anomali”) determini la difficoltà di protezione degli investitori e del mercato.
Il prezzo di mercato fuori dagli Stati Uniti soffre delle stesse criticità con l’ulteriore fragilità che l’Exchanger Gemini ha un impatto poco rilevante a livello mondiale.
L’ulteriore assenza di mercati per i future sui bitcoin e le forti differenze tra i mercati, nonché la fase iniziale dello sviluppo del bitcoin conducono la SEC a negare la approvazione dell’ETF in questa fase.